Disturbi d’ansia
La categoria diagnostica “Disturbi d’ansia” comprende:
Il disturbo d’ansia sociale è caratterizzato dalla presenza di una marcata paura per situazioni sociali in cui il soggetto si sente esposto ad una valutazione altrui. Le situazioni temute possono essere varie e comprendere situazioni di interazione sociale, come avere una conversazione, situazioni in cui ci si sente osservati, come mentre si mangia, e situazioni in cui il soggetto deve eseguire una prestazione in pubblico, come tenere un discorso. L’individuo che soffre del disturbo d’ansia sociale, in particolare, teme che in tali situazioni possa agire in maniera tale da esporsi ad un giudizio negativo da parte degli altri e che possa manifestare i propri sintomi d’ansia, come ad esempio il tremore, il sudore, il rossore, con l’esito di risultarne imbarazzato o di poter essere umiliato o rifiutato per questi. Nello specifico il soggetto teme di poter essere valutato dagli altri come ansioso, pazzo, debole, noioso o sgradevole. A tali timori eccessivi e quasi invariabilmente presenti rispetto alle situazioni sociali temute consegue una tendenza ad assumere una condotta di evitamento delle stesse; in alternativa queste saranno vissute e sopportate con ansia e paura d’intensità elevata.
È importante specificare che, difatti, l’ansia o la paura provata dal soggetto risultano sproporzionate rispetto alle reali condizioni minacciose presenti nelle situazioni sociali da cui sono suscitate e queste, così come l’evitamento messo in atto dall’individuo, possono compromettere significativamente il suo funzionamento in ambito sociale appunto o nell’ambito lavorativo, per esempio.
Il disturbo di panico è caratterizzato dalla presenza di ricorrenti attacchi di panico inaspettati.
È raro che l’esordio del disturbo avvenga in età adulta in quanto è molto più probabile che questo si verifichi in età adolescenziale o, ancor prima, durante la prima infanzia e il suo decorso risulta essere molto lungo nella maggior parte dei casi, se questi non ricevono alcun trattamento.
Cos’è un attacco di panico?
Un attacco di panico consiste nell’improvvisa comparsa di uno stato di intensa paura o disagio il cui picco viene raggiunto in pochi minuti durante i quali si manifestano quattro o più dei sintomi, fisici e mentali, di seguito elencati:Parlare della presenza di un disturbo di panico non implica il fatto che si sia verificato un singolo episodio di attacco di panico, ma che si siano verificati frequenti attacchi di panico e che almeno uno degli attacchi di panico sia stato seguito da un mese o più di preoccupazione persistente per l’eventuale insorgenza di ulteriori attacchi o per le loro possibili conseguenze o da un’alterazione significa e disadattiva della condotta individuale associata agli attacchi pertanto caratterizzata da comportamenti “protettivi” di varia natura e dall’evitamento di situazioni o condizioni fisiche che vengono valutate dall’individuo come potenzialmente rischiose per lo sviluppo di un possibile attacco di panico.
Il disturbo di panico solitamente insorge nel corso della prima età adulta, ma è possibile che se ne verifichi l’esordio anche in età infantile o, ancor più raramente, dopo i 45 anni. Solitamente il decorso di tale disturbo è cronico e caratterizzato da oscillazioni della sintomatologia che per alcuni può manifestarsi continuativamente e per altri con frequenti periodi di remissione, talvolta di lunga durata. Tale decorso, di tipo cronico, è caratteristico dei casi in cui il disturbo non viene trattato.
L’agorafobia è caratterizzata dalla presenza di intensa paura o ansia circa due o più situazioni (reali o anticipate) tra le seguenti: essere fuori casa da soli, trovarsi in spazi chiusi come teatri e negozi o in spazi aperti come ponti e parcheggi, usare mezzi di trasporto quali auto, treni, bus e aerei e stare in fila oppure tra la folla. L’ansia o la paura provate dal soggetto agorafobico in tali circostanze risultano sproporzionate rispetto ai reali pericoli posti dalle stesse ed egli quasi sempre teme o evita queste situazioni in quanto crede che potrebbe essere difficile o impossibile fuggire da esse o disporre di un eventuale soccorso nel caso in cui dovesse sviluppare sintomi tipici del panico o simili ad essi o altri sintomi che potrebbero essere per lui fonte di imbarazzo. Quando l’individuo con agorafobia non evita tali situazioni, queste sono affrontate provando un’intensa paura o ansia o richiedendo la presenza di un accompagnatore. L’intensa paura o ansia provate e gli evitamenti attivi delle situazioni agorafobiche compromettono in maniera significativa il funzionamento individuale generale e causano disagio clinicamente significativo.
L’esordio dell’agorafobia avviene tipicamente prima dei 35 anni o in tarda adolescenza e prima età adulta, raramente in età infantile. Il decorso della sintomatologia agorafobica è cronico e persistente e una remissione completa è rara a meno che l’agorafobia non sia trattata.
La fobia specifica consiste nella presenza di paura o ansia marcate verso uno specifico oggetto o una specifica situazione. Gli stimoli fobici possono essere vari per cui l’individuo può aver paura di volare, di vedere il sangue, di vedere o entrare in contatto con animali ecc. Gli stimoli fobici sono considerati tali in quanto provocano quasi sempre immediata ansia o paura e pertanto generalmente vengono attivamente evitati o sopportati con paura o ansia intense e riconoscibili come sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dagli stimoli fobici da cui sono provocate e anche rispetto al contesto socioculturale di appartenenza dell’individuo. Tale condizioni di paura, ansia ed evitamento rispetto agli stimoli fobici causano un disagio significativo al soggetto e possono compromettere notevolmente il funzionamento dello stesso in diverse aree di vita. Un individuo può presentare fobie specifiche multiple, come accade nella maggioranza dei casi di fobia specifica.
La fobia specifica può svilupparsi a seguito di un evento traumatico per l’individuo o all’osservazione da parte dello stesso di un evento traumatico occorso ad altri o a seguito del verificarsi di un attacco di panico nella situazione che poi diverrà, appunto, la situazione temuta o a seguito della trasmissione di informazioni. Non sempre gli individui con fobia specifica ne ricordano l’esordio o la ragione dello stesso, ma generalmente il disturbo si sviluppa nella prima infanzia con un’età media di insorgenza tra i 7 e gli 11 anni, tuttavia le fobie specifiche per particolari situazioni, a differenza di fobie specifiche per animali o per altre forme di fobie specifiche, tendono ad avere un esordio tardivo. Comunque, sebbene la maggioranza delle fobie specifiche si sviluppi durante l’infanzia o l’adolescenza è possibile che una fobia specifica si sviluppi a qualsiasi età, soprattutto nel caso in cui questa sia correlata ad esperienze traumatiche.
Il disturbo d’ansia generalizzata è caratterizzato dalla presenza di ansia e preoccupazione eccessive e relative a numerosi eventi o a numerose attività piuttosto che a specifiche e particolari circostanze (da ciò la definizione dell’ansia presente come “generalizzata”). All’eccessiva e generalizzata ansia o preoccupazione presente si associa la difficoltà provata dal soggetto nel controllo di tale preoccupazione. L’ansia e la preoccupazione presenti causano un disagio significativo o compromettono il funzionamento dell’individuo in diversi domini di vita e si associano ad almeno tre dei seguenti sintomi: irrequietezza, irritabilità, tensione muscolare, facilità nell’affaticamento, difficoltà di memoria o di concentrazione e disturbi del sonno.
L’età media d’insorgenza di tale disturbo è di 30 anni, ma l’esordio può verificarsi, seppur raramente, anche prima dell’adolescenza. La sintomatologia del disturbo tende ad essere cronica e generalmente presenta un andamento altalenante durante l’arco di vita.
Fonte di riferimento:
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders DSM-5. Washington, DC: APA Press