Disturbi bipolari
La categoria diagnostica “Disturbo bipolare e disturbi correlati” comprende:
È possibile diagnosticare il disturbo bipolare I nel momento in cui il soggetto soddisfa i criteri diagnostici per un episodio maniacale (almeno uno nell’arco di vita) il quale a sua volta risulta preceduto o seguito da episodi ipomaniacali o episodi depressivi maggiori.
Cosa si intende per episodio maniacale?
Si tratta di un periodo, pari ad almeno una settimana, caratterizzato da un umore elevato, irritabile o espanso e da un associato aumento del livello di attività o di energia del soggetto, da intendersi come persistenti (presenti quasi tutti i giorni) e anomali. A tali caratteristiche, si associano tre o più dei seguenti sintomi clinicamente significativi e rappresentativi di un notevole cambiamento del comportamento abituale dell’individuo: autostima ipertrofica, diminuzione del bisogno di sonno, aumento della loquacità, fuga delle idee, distraibilità, agitazione psicomotoria, eccessivo coinvolgimento in attività potenzialmente dannose per il soggetto.
L’alterazione dell’umore così presente risulta essere grave al punto da causare una significativa compromissione del funzionamento individuale in ambito lavorativo o sociale o da portare all’ospedalizzazione del soggetto o da essere associato a manifestazioni di tipo psicotico.
Cosa si intende per episodio ipomaniacale?
Si tratta di un periodo, pari ad almeno 4 giorni consecutivi, caratterizzato da un umore elevato, irritabile o espanso e da un associato aumento del livello di attività o di energia del soggetto, da intendersi come persistenti (presenti quasi tutti i giorni per la maggior parte del giorno) e anomali. A tali caratteristiche, si associano tre o più dei seguenti sintomi clinicamente significativi e rappresentativi di un notevole cambiamento del comportamento abituale dell’individuo: autostima ipertrofica, diminuzione del bisogno di sonno, aumento della loquacità, fuga delle idee, distraibilità, agitazione psicomotoria, eccessivo coinvolgimento in attività potenzialmente dannose per il soggetto. Tali alterazioni presenti risultano osservabili dagli altri, ma non sono gravi al punto tale da determinare una grave compromissione del funzionamento individuale in ambito sociale o lavorativo o da richiedere l’ospedalizzazione.
Cosa si intende per episodio depressivo maggiore?
Si tratta di un periodo della durata di 2 settimane caratterizzato dalla presenza di cinque o più sintomi tra i seguenti: umore depresso (per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni), perdita di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività (per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni), faticabilità, alterazioni del sonno, alterazioni dell’appetito e del peso, agitazione o rallentamento psicomotorio, difficoltà di concentrazione o indecisione, sentimenti inappropriati o eccessivi di autosvalutazione o colpa, ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicidaria in assenza di una programmazione specifica correlata, un tentativo di suicidio o la presenza di un programma specifico ad esso correlato.
I sintomi presenti comprendono sempre un umore depresso o una perdita di interesse/piacere e causano un disagio clinicamente significativo o compromettono il funzionamento dell’individuo in diversi domini di vita.
Per il disturbo bipolare I il primo episodio maniacale, ipomaniacale o depressivo avviene mediamente intorno ai 18 anni di età. Ad ogni modo, l’esordio del disturbo può verificarsi in qualsiasi momento nell’arco di vita di un individuo.
È possibile diagnosticare il disturbo bipolare II nel momento in cui il soggetto soddisfa i criteri diagnostici per almeno un episodio ipomaniacale (attuale o pregresso) e per almeno un episodio depressivo maggiore (attuale o pregresso).
Nel caso del disturbo bipolare II non si è mai verificato un episodio maniacale.
Il disturbo causa all’individuo un disagio clinicamente significativo o una compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o in altri importanti domini di vita.
L’età media di esordio del disturbo si aggira intorno alla metà della terza decade, ma ciò non toglie che esso possa presentarsi anche in tarda adolescenza o durante l’età adulta.
Il disturbo ciclotimico è caratterizzato dalla presenza, per almeno 2 anni, di numerosi periodi con sintomi ipomaniacali e numerosi periodi con sintomi depressivi, senza che siano risultati soddisfatti i criteri diagnostici per un episodio ipomaniacale o per un episodio depressivo maggiore né i criteri per un episodio maniacale. Nel corso dei 2 anni, i sintomi ipomaniacali e i sintomi depressivi sono stati presenti per almeno la metà del tempo, con periodi di remissione della sintomatologia non più lunghi di 2 mesi e ad essi si associa un disagio clinicamente significativo o una compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o in altri importanti domini di vita.
Il disturbo può avere un esordio insidioso, il quale solitamente avviene nel corso dell’adolescenza o della prima età adulta.
Fonte di riferimento:
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders DSM-5. Washington, DC: APA Press.