Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti
La categoria diagnostica “Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti” comprende:
La diagnosi di Disturbo da stress post-traumatico presuppone che il soggetto sia stato esposto ad una reale possibilità di morte o ad una minaccia di morte, lesione o violenza sessuale. L’esposizione a tali evenienze traumatiche può essere avvenuta in diversi modi: la persona ha fatto esperienza diretta dell’evento; la persona ha assistito direttamente ad un accadimento traumatico coinvolgente altri; la persona è venuta a conoscenza di un accadimento traumatico coinvolgente un familiare stretto o un amico stretto; la persona ha fatto esperienza di un’esposizione ripetuta o intensa a dettagli dell’evento.
A seguito dell’evento traumatico, l’individuo manifesta uno o più sintomi intrusivi ad esso associati come per esempio ricordi intrusivi spiacevoli o sogni spiacevoli legati all’evento, flashback o altre reazioni di tipo dissociativo, una notevole o prolungata sofferenza psicologica e reazioni fisiologiche intense in caso di esposizione ad eventuali fattori che rimandino simbolicamente o somiglino ad aspetti dell’evento. Il soggetto, inoltre, evita persistentemente vari stimoli associati all’evento traumatico e manifesta alterazioni negative di aspetti quali pensieri o emozioni associati all’evento verificatosi (per es. incapacità nel ricordare dettagli o aspetti dell’evento, pensieri negativi circa sé, gli altri o il mondo, distorsioni del pensiero circa la causa o le conseguenze dell’evento traumatico con tendenza ad attribuzioni erronee di colpevolezza a sé o ad altri, stato emotivo negativo, calo dell’interesse e del livello di partecipazione ad attività rilevanti per il soggetto, distacco emotivo, difficoltà nel provare emozioni positive). A tali aspetti si associa anche la presenza di due o alterazioni della reattività associata all’evento; possibili manifestazioni di questo tipo consistono in irritabilità, comportamenti autodistruttivi, aumento dello stato di vigilanza, iper-allarme, difficoltà di concentrazione e difficoltà del sonno.
Tutte le alterazioni e i sintomi descritti (non attribuibili all’assunzione di sostanze o ad altre condizioni mediche) hanno durata superiore ad un mese di tempo, provocano un disagio significativo all’individuo e ne compromettono in maniera rilevante il funzionamento in importanti domini di vita.
L’esordio del disturbo può avvenire in ogni momento della vita a partire dal primo anno di età. Le manifestazioni che lo caratterizzano insorgono comunemente entro i primi tre mesi a seguito dell’evento traumatico, ma è possibile che il disturbo presenti un esordio ritardato nel tempo. I vari sintomi che caratterizzano tale quadro clinico possono subire delle variazioni durante il decorso del disturbo.
La diagnosi di Disturbo da stress acuto presuppone che il soggetto sia stato esposto ad una reale possibilità di morte o ad una minaccia di morte, lesione o violenza sessuale. L’esposizione a tali evenienze traumatiche può essere avvenuta in diversi modi: la persona ha fatto esperienza diretta dell’evento; la persona ha assistito direttamente ad un accadimento traumatico coinvolgente altri; la persona è venuta a conoscenza di un accadimento traumatico coinvolgente un familiare stretto o un amico stretto; la persona ha fatto esperienza di un’esposizione ripetuta o intensa a dettagli dell’evento.
La presenza di tale quadro clinico è caratterizzata dalla presenza di nove o più sintomi tra i seguenti: sintomi intrusivi (ricordi o sogni spiacevoli legati all’evento, flashback o altri sintomi dissociativi, sofferenza psicologica prolungata e intensa e reazioni fisiologiche intense ad eventuali fattori che rimandino simbolicamente o somiglino ad aspetti dell’evento traumatico); umore negativo; sintomi dissociativi (alterazione del senso di realtà relativo a sé o all’ambiente, incapacità di ricordare aspetti rilevanti dell’evento traumatico); evitamento di ricordi, sentimenti, pensieri o altri fattori legati al trauma; sintomi di arousal (difficoltà nel sonno e nella concentrazione, iper-allarme, aumento dello stato di vigilanza, irritabilità). Tutte le manifestazioni compaiono in un periodo di tempo che va da tre giorni fino ad un mese), non sono attribuibili agli effetti di una sostanza o ad altre condizioni mediche, non sono riconducibili ad un disturbo psicotico breve e causano un significativo livello di disagio e una significativa compromissione del funzionamento individuale in importanti domini di vita.
Il disturbo può costituire una risposta transitoria al verificarsi di un evento traumatico e risolversi entro la durata di un mese oppure può evolvere in un disturbo da stress post-traumatico. Le manifestazioni di tale quadro clinico possono variare nel corso del tempo.
Parlando di Disturbi dell’adattamento si fa riferimento allo sviluppo di alcuni sintomi, di tipo emotivo o comportamentale, in reazione ad uno o più determinati eventi stressanti. La comparsa di tali sintomi si verifica entro un periodo di tre mesi dal verificarsi degli eventi stressanti a cui sono correlati. Si tratta di una sintomatologia non assimilabile a quella presente in condizioni di lutto normale, non soddisfacente i criteri per un altro disturbo e non consistente nell’aggravamento di un altro disturbo preesistente. Una volta che l’evento stressante sia stato superato la sintomatologia non persiste per un periodo di tempo superiore ad altri sei mesi. La significatività clinica dei sintomi presenti è sottolineata dalla presenza di un’intensa sofferenza (sproporzionata rispetto all’evento stressante a cui è associata) e da una significativa compromissione del funzionamento individuale in importanti domini di vita.
Fonte di riferimento:
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders DSM-5. Washington, DC: APA Press.