Disturbi depressivi
La categoria diagnostica “Disturbi depressivi” comprende:
Il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente è caratterizzato dalla presenza persistente di gravi scoppi di collera verbali e/o comportamentali e da un umore persistentemente irritabile o arrabbiato; entrambe le caratteristiche sono presenti da un anno o più, all’interno di almeno due contesti.
Gli scoppi di collera risultano ricorrenti (presenti mediamente tre o più volte alla settimana), inappropriati allo stadio di sviluppo del soggetto e notevolmente sproporzionati, per intensità e durata, rispetto alla circostanza, alla frustrazione o alla provocazione presente.
L’umore irritabile o arrabbiato è presente quasi tutti i giorni, per la maggior parte della giornata, e risulta osservabile da altri.
Il disturbo esordisce prima dei 10 anni di età, ma non può essere diagnosticato prima dei 6 anni di età. Dati circa il decorso del disturbo mettono in evidenza basse probabilità di conversione dell’irritabilità cronica in un disturbo bipolare, ma il rischio di sviluppo, in età adulta, di un disturbo depressivo e/o di disturbi d’ansia.
Il disturbo depressivo maggiore è caratterizzato dalla presenza, per 2 settimane, di cinque o più sintomi tra i seguenti: umore depresso (per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni), perdita di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività (per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni), faticabilità, alterazioni del sonno, alterazioni dell’appetito e del peso, agitazione o rallentamento psicomotorio, difficoltà di concentrazione o indecisione, sentimenti inappropriati o eccessivi di autosvalutazione o colpa, ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicidaria in assenza di una programmazione specifica correlata, un tentativo di suicidio o la presenza di un programma specifico ad esso correlato.
I sintomi presenti comprendono sempre un umore depresso o una perdita di interesse/piacere e causano un disagio clinicamente significativo o compromettono il funzionamento dell’individuo in diversi domini di vita.
L’esordio del disturbo può avvenire a qualsiasi età, ma la sua probabilità aumenta in misura notevole con l’avvento della pubertà. Il decorso del disturbo risulta variabile, non subisce variazioni con l’invecchiamento, i tempi medi di guarigione risultano stabili e non si registra un aumento o una diminuzione, nel tempo, del rischio di avere un episodio depressivo.
È probabile una guarigione a breve termine laddove il disturbo abbia un esordio recente.
Il disturbo depressivo persistente, anche detto distimia è caratterizzato dalla presenza, per un periodo di almeno 2 anni (in forma continuativa o caratterizzata da periodi di remissione non più lunghi di 2 mesi), di un umore depresso (per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni) e di due o più sintomi tra i seguenti: alterazioni del sonno, alterazioni dell’appetito, scarsa energia o astenia, bassa autostima, difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni e sentimenti di disperazione.
La sintomatologia presente causa un disagio clinicamente significativo al soggetto o ne compromette il funzionamento in diversi domini di vita.
L’esordio del disturbo è spesso precoce e insidioso; il decorso è cronico.
Fonte di riferimento:
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders DSM-5. Washington, DC: APA Press.