“Sono in terapia da qualche mese, è una terapia a distanza, ma non ho mai sentito distante la mia terapeuta e non mi sono mai sentita così compresa da qualcuno. Credo che ciò che di buono la terapia abbia da offrire riesca letteralmente a bucare lo schermo del computer, arriva tutto e aiuta. Questo è ciò che conta”.
Giovanna, 29 anni
“Ho iniziato la terapia in studio, circa due anni fa, ma dopo qualche mese questa è passata alla modalità online, a causa della pandemia. Inizialmente l’ho presa male, mi piaceva l’idea di recarmi nello studio della mia terapeuta, quello era uno spazio tutto mio. Nei primi tempi mi mancava persino il tragitto in auto per andarci, mi sembrava strano fare solo una scala per passare dalla cucina di casa al mio studio al piano di sopra, mi sembrava un percorso insufficiente ad entrare nell’ottica del colloquio e a raccogliere le idee. In realtà sono bastati pochi colloqui per abituarmici e la terapia è proseguita online per diversi mesi, senza particolari difficoltà. È stata una bella esperienza, mi ha arricchito molto”.
Stefano, 40 anni
“Personalmente ho trovato positiva la terapia online, indubbiamente comoda perché ti consentiva di collegarti tranquillamente da casa. Non ho riscontrato grande differenza rispetto alla terapia in presenza poiché non si percepiva distanza tra paziente e terapista nonostante si parlasse attraverso uno schermo. Gli obiettivi prefissati sono stati ugualmente raggiunti. Io preferisco comunque il contatto umano quindi sarei più per la terapia in presenza però non essendoci stata alternativa date le circostanze è andata comunque bene. L'ideale per me sarebbe alternare le due modalità. Unica pecca della terapia online è la connessione, che magari a volte è instabile e può creare problemi”.
Fabiana, 30 anni
“All'inizio ero molto scettico riguardo alla terapia online, ma ho velocemente cambiato opinione. La vicinanza nel colloquio, che rimane comunque difficilmente sostituibile, è replicata con efficacia soddisfacente dai mezzi online, che permettono di avere conversazioni con il terapeuta non meno utili ai fini del colloquio. A patto che sia il paziente che il terapeuta siano in possesso di una connessione stabile, il colloquio procede in maniera fluida e naturale. La praticità insita in questi strumenti informatici, che abbiamo imparato a conoscere bene nell'ultimo biennio, permette in ultima istanza di risparmiare sui costi di spostamento e sul disagio che esso comporta nel caso di persone con mobilità limitata, senza precludersi tutte le potenzialità di un regolare colloquio”.
Mirko, 27 anni